Qasr al-Bint

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Qasr al-Bint
Civiltànabateo e romano
Epoca30 a.C.
Localizzazione
StatoBandiera della Giordania Giordania
Amministrazione
PatrimonioPetra
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 30°19′46.92″N 35°26′25.08″E / 30.3297°N 35.4403°E30.3297; 35.4403

Il Qasr al-Bint era uno dei principali templi della città di Petra e una delle poche strutture costruite (piuttosto che scavate nella roccia) ancora relativamente intatte.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il monumento fu costruito nel periodo nabateo intorno al 30 a.C. I blocchi di arenaria gialla venivano per lo più trasportati da una cava situata a poche centinaia di metri a valle nel Wadi es-Siyagh.

L'edificio era alto 23 metri nella sua versione iniziale.

Il nome dato dai beduini (Qasr al-Bint Firaun) significa "il palazzo della figlia del faraone", era in effetti il più grande luogo di culto della città, a priori dedicato al dio Dushara, ma potrebbe essere anche per la dea Al-Uzza.

Dopo la conquista romana, è modificato e adattato agli dei romani, forse ad Apollo, e mantiene una posizione centrale nella città, alla fine della strada principale (Cardo Maximus) e nelle immediate vicinanze del principale tempio romano e del mercato.

Il tempio, probabilmente già poco attivo e danneggiato verso la fine del III secolo, è quasi completamente distrutto dal terremoto del 19 maggio 363[1] prima di essere presumibilmente abbandonato. È stato ampiamente restaurato nel XX secolo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Locations In Petra, The Temple of Qasr Al-Bint - Visit Petra, su visitpetra.jo. URL consultato il 23 luglio 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Le Qasr al-Bint de Pétra, par F. Zayadine et J. Dentzer-Feydy et F. Larché, ERC, Paris, 2003.
  • Girié Valérie, Roland Portiche, and Guillaume Hecht. Petra, the Secrets of the City of Rock.
  • Princeton, N.J.: Films for the Humanities & Sciences, 2004. 1 videodisc (27 min.). (Living stones: where archaeology begins).

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